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Il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
L'art. 5, comma 2, del D.Lgs. n. 231/2001 dispone quanto segue:
<<In relazione all'estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei reati, i modelli di cui alla lettera a), del comma 1, devono rispondere alle seguenti esigenze:
a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati;
b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire;
c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;
d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.>>
I <<passi operativi che l'ente dovrà compiere per attivare un sistema di gestione dei rischi coerente con i requisiti imposti dal decreto 231>> - così come indicati dalle cd. "Linee guida 231" di Confindustria (versione del marzo 2014) - sono i seguenti:
<<In relazione all'estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei reati, i modelli di cui alla lettera a), del comma 1, devono rispondere alle seguenti esigenze:
a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati;
b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire;
c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;
d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.>>
I <<passi operativi che l'ente dovrà compiere per attivare un sistema di gestione dei rischi coerente con i requisiti imposti dal decreto 231>> - così come indicati dalle cd. "Linee guida 231" di Confindustria (versione del marzo 2014) - sono i seguenti:
- Prima fase: inventariazione degli ambiti aziendali di attività (output: mappa delle aree aziendali a rischio e dei reati rilevanti);
- Seconda fase: analisi dei rischi potenziali (output: mappa documentata delle potenziali modalità attuative degli illeciti nelle aree a rischio);
- Terza fase: valutazione/costruzione/adeguamento del sistema dei controlli preventivi (output: descrizione documentata del sistema dei controlli preventivi attivato e degli adeguamenti eventualmente necessari).
Tenuto conto di quanto appena precisato e considerata la particolare complessità della normativa (in particolare di quella penale, riferita alle oltre 170 fattispecie di reato rilevanti), il Portale italianlaw231 offre un valido (continuativamente aggiornato) strumento di lavoro per lo svolgimento delle attività relative:
- alla valutazione delle prescrizioni del Decreto n. 231/2001;
- all'individuazione delle modalità attuative dei reati presupposto;
- alla pianificazione e attuazione dei piani formativi.
Avendo come riferimento la disciplina in materia di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato, di cui al D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231, il Portale consente di accedere alle seguenti banche dati: e alle Sezioni riservate ai:
- "Clienti".
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Per le News, i Focus e l'integrazione con il Database Management Tool si rinvia a PortaleCompliance.com e 231digitalsystem.com
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